LA PARTICELLA "IO"
Conoscere se stessi all'inizio può sembrare soltanto un'analisi psicologica, ma c'è molto di più.
Ogni volta che penso, che voglio capire qualcosa, che voglio cercare o raggiungere qualcosa, se mi
soffermo ad osservarmi prima ancora di queste azioni, se anzi lascio perdere il pensiero della ricerca e
mi ascolto dentro, sento innanzitutto come una concentrazione della mente, ecco in quel momento io
ho polarizzato l'energia, ho circoscritto un soggetto e mi sono isolato dalla totalità energetica.
Ogni volta che penso, che voglio capire qualcosa, che voglio cercare o raggiungere qualcosa, se mi
soffermo ad osservarmi prima ancora di queste azioni, se anzi lascio perdere il pensiero della ricerca e
mi ascolto dentro, sento innanzitutto come una concentrazione della mente, ecco in quel momento io
ho polarizzato l'energia, ho circoscritto un soggetto e mi sono isolato dalla totalità energetica.
In questa mia concentrazione io polarizzo e concentro tutta l'energia su quel “me” creando una
circoscrizione che identifico con il soggetto/io e da qui nasce la separazione soggetto-oggetto.
Lo sento come il perno di una ruota le cui azioni sono come i suoi raggi e la circonferenza il suo limite.
Sono diventato come una particella!
Questo mi fa pensare all'esperimento quantistico della particella/onda dove le onde, se osservate,
diventano particelle, ma, alzando la consapevolezza, non come un "me" osservatore che trasforma
l'onda in particella creando un suo proprio mondo racchiuso nella sua circoscrizione/percezione, ma
come un "me" osservato, dove io stesso divento particella/soggetto dovuto alla mia stessa
concentrazione in quel “me”; come se la materia indifferenziata (l'onda), nel momento che viene
osservata, si polarizzasse, si concentrasse, si circoscrivesse, creando un illusorio soggetto che separa
la vita stessa (materia indifferenziata) in una dualità, vivendo quindi una realtà relativa soggettiva.
circoscrizione che identifico con il soggetto/io e da qui nasce la separazione soggetto-oggetto.
Lo sento come il perno di una ruota le cui azioni sono come i suoi raggi e la circonferenza il suo limite.
Sono diventato come una particella!
Questo mi fa pensare all'esperimento quantistico della particella/onda dove le onde, se osservate,
diventano particelle, ma, alzando la consapevolezza, non come un "me" osservatore che trasforma
l'onda in particella creando un suo proprio mondo racchiuso nella sua circoscrizione/percezione, ma
come un "me" osservato, dove io stesso divento particella/soggetto dovuto alla mia stessa
concentrazione in quel “me”; come se la materia indifferenziata (l'onda), nel momento che viene
osservata, si polarizzasse, si concentrasse, si circoscrivesse, creando un illusorio soggetto che separa
la vita stessa (materia indifferenziata) in una dualità, vivendo quindi una realtà relativa soggettiva.
In quel momento ho polarizzato l'onda energetica di informazione che ci inonda continuamente e
invisibilmente, mi sono schermato ed entro nel mio personale mondo soggettivo. Divento come una
roccia in mezzo al ruscello in cui l'acqua (onde) è costretta a circuirmi, perchè non possono entrare a
informarmi con le sue energie positive e benefiche. Mi bagna appena la superficie e in questo modo
sono costretto a vivere e rivivere nella ruota delle nascite e delle morti.
invisibilmente, mi sono schermato ed entro nel mio personale mondo soggettivo. Divento come una
roccia in mezzo al ruscello in cui l'acqua (onde) è costretta a circuirmi, perchè non possono entrare a
informarmi con le sue energie positive e benefiche. Mi bagna appena la superficie e in questo modo
sono costretto a vivere e rivivere nella ruota delle nascite e delle morti.
In questa situazione io non guardo e non sento veramente ("Hanno occhi per vedere, ma non vedono,
hanno orecchie per sentire, ma non sentono"), perchè sono concentrato in me stesso, tanto che se
qualcuno mi dice:"Chi è che vede?", immancabilmente gli rispondo. "io". Ma se io fossi concentrato e
totalmente immerso in ciò che gli occhi vedono, alla stessa domanda non saprei rispondere, perchè
sarei fuso nel "vedere" e tutt'al più direi:"Nessuno vede, c'è solo il vedere".
Questa risposta sarebbe quella della persona che non è circoscritta a se stessa, che non ha polarizzato
le energie e queste gli sono arrivate fin dentro. Ci sono stati santi e mistici che non erano colti, ma
avevano una sapienza tale da far invidia al più acculturato delle persone e questo perchè ricevevano
direttamente dall'intelligenza divina le informazioni dentro di sè, tenevano la mente aperta al flusso, non si corcoscrivevano soggettivamente; erano fluidi al vivere.
hanno orecchie per sentire, ma non sentono"), perchè sono concentrato in me stesso, tanto che se
qualcuno mi dice:"Chi è che vede?", immancabilmente gli rispondo. "io". Ma se io fossi concentrato e
totalmente immerso in ciò che gli occhi vedono, alla stessa domanda non saprei rispondere, perchè
sarei fuso nel "vedere" e tutt'al più direi:"Nessuno vede, c'è solo il vedere".
Questa risposta sarebbe quella della persona che non è circoscritta a se stessa, che non ha polarizzato
le energie e queste gli sono arrivate fin dentro. Ci sono stati santi e mistici che non erano colti, ma
avevano una sapienza tale da far invidia al più acculturato delle persone e questo perchè ricevevano
direttamente dall'intelligenza divina le informazioni dentro di sè, tenevano la mente aperta al flusso, non si corcoscrivevano soggettivamente; erano fluidi al vivere.
Ma chi è, poi, che osserva la materia indifferenziata tale da creare la particella/me?
Se inizio questa ricerca del “me” non posso non arrivare alla prima causa, perchè se per ipotesi
scoprissi un “me” più alto, un me che osserva il piccolo me, di conseguenza anche questo “chi” che
osserva viene riconosciuto diventando esso stesso l'osservato, cioè un altro “me” che osserva il me
che osserva il piccolo me e via dicendo, fino ad arrivare alla prima causa che non può che essere
l'identificazione in Dio.
Detto in altri termini è l'Assoluto che osserva la Coscienza Cosmica che a sua volta osserva
l'Individualità che a sua volta osserva l'individuo.
Quel filo invisibile che unisce tutte le perle.
Se inizio questa ricerca del “me” non posso non arrivare alla prima causa, perchè se per ipotesi
scoprissi un “me” più alto, un me che osserva il piccolo me, di conseguenza anche questo “chi” che
osserva viene riconosciuto diventando esso stesso l'osservato, cioè un altro “me” che osserva il me
che osserva il piccolo me e via dicendo, fino ad arrivare alla prima causa che non può che essere
l'identificazione in Dio.
Detto in altri termini è l'Assoluto che osserva la Coscienza Cosmica che a sua volta osserva
l'Individualità che a sua volta osserva l'individuo.
Quel filo invisibile che unisce tutte le perle.
Prima di seguire qualunque pensiero, osserviamoci dentro. Cerchiamo di sentire se siamo concentrati
in noi stessi, se stiamo schermandoci per paura, perchè questa schermatura viene spontanea e
nemmeno ce ne accorgiamo più. La vita ci ha segnato, ci ha provato fortemente e istintivamente ci
viene questa protezione a noi stessi che, però, allo stesso tempo ci chiude alla vita. Quando da subito
iniziamo a circoscriverci a noi stessi, poi resta difficile capire veramente la vita, perchè ci siamo già
schermati ad essa e le energie ci rimbalzano fuori senza entrarci dentro, essendo chiusi dentro noi
stessi.
in noi stessi, se stiamo schermandoci per paura, perchè questa schermatura viene spontanea e
nemmeno ce ne accorgiamo più. La vita ci ha segnato, ci ha provato fortemente e istintivamente ci
viene questa protezione a noi stessi che, però, allo stesso tempo ci chiude alla vita. Quando da subito
iniziamo a circoscriverci a noi stessi, poi resta difficile capire veramente la vita, perchè ci siamo già
schermati ad essa e le energie ci rimbalzano fuori senza entrarci dentro, essendo chiusi dentro noi
stessi.
Sarebbe un po' come la falsa partenza del corridore, se c'è una falsa partenza, poi è inutile
continuare la corsa e arrivare al traguardo. Se mi accorgo da subito di questa falsa partenza, anzichè
continuare la corsa nel cercare fuori, vado subito ad osservarmi dentro.
continuare la corsa e arrivare al traguardo. Se mi accorgo da subito di questa falsa partenza, anzichè
continuare la corsa nel cercare fuori, vado subito ad osservarmi dentro.
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