Nel mio blog, ho descritto l'abbondanza come “ la consapevolezza della propria ricchezza interiore che si espande all'esterno” , quindi, secondo me, non è cercarla all'esterno di noi, ma trovarla al nostro interno, rendersene consapevoli che è già in noi tanto da poterla espandere all'esterno. Invece molto spesso l'idea che abbiamo di essa è di avere abbondanza di soldi e vivere liberi e felici. Pensiamoci un attimo: chi è in noi che ci fa desiderare un'abbondanza economica? Non certo la consapevolezza di essere già ricchi interiormente, anzi denota propria una “mancanza” che sentiamo in noi. Pensiamo che avere un bel conto in banca, un buono stipendio o pensione e una casa tutta nostra sia abbondanza; si che lo è, ma se noi dipendiamo da questo non è libertà, ma protezione, se questa proviene dalla paura di vivere non è libertà, perchè la paura comunque rimane, magari di perdere tutto e la paura non è libertà, ma chiusura e questa abbondanza è solo ...
L'io si muove solo se ha un motivo per farlo; l'essere non ha bisogno del motivo per muoversi. L'essere non crea una causa per agire, mentre l'io, avendo un motivo, crea una causa e di conseguenza ne subisce poi l'effetto. Se anche la causa fosse buona, l'effetto non sempre sarà prolifico, perché probabilmente l'effetto tenderà a fargli capire che ha agito con il proprio io e non col suo essere, perciò la persona si avvicinerà sempre più all'agire senza agire, cioè non sarà più il suo io ad agire, ma lascerà che sia il suo essere a farlo. Questo mi ricorda il wu-wei taoista: " Colui che persegue la conoscenza viene di giorno in giorno aumentato colui che persegue il Tao viene di giorno in giorno diminuito e diminuisce ripetutamente finché giunge al non-agire non agisce e riesce in tutto per governare il mondo bisogna non-agire quando si agisce non si può governare il mondo" XLVIII Tao te king
Da diversi anni sento importante il vuoto, il silenzio, ma non inteso solo come uno stato di meditazione e contemplazione, ma perchè, forse, è il vero stato. Mi spiego meglio. La vita che conosciamo è il manifestato, di contro, il non-manifestato non lo conosciamo e non possiamo conoscerlo, dato che non si manifesta, ma sicuramente anch'esso è l'esistente (il vuoto, il nulla assoluto non esiste, così come la non-esistenza. Ricordiamo anche che l'Assoluto è sia manifestato che non-manifestato). Forse possiamo parlare di non-manifestato in termini di ”potenza”, mentre il manifestato in quelli di “atto”, ma sappiamo anche che potenza e atto nell'Assoluto sono simultanei e indivisibili, dato che il tempo e lo spazio non esistono. La manifestazione sul piano assoluto non esiste, perchè esiste solo Dio, è quindi solo relativa e soggettiva e in questa soggettività “appare” nascere, crescere, muoversi, morire. I cosmi si emanano eppoi si riassorbono, la materia ritorna ad es...
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