"Diventi un vero creatore non quando fai qualcosa di creativo, ma quando inizi a comprendere che quel "tu" che credi di essere è la tua stessa creazione".
Nel mio blog, ho descritto l'abbondanza come “ la consapevolezza della propria ricchezza interiore che si espande all'esterno” , quindi, secondo me, non è cercarla all'esterno di noi, ma trovarla al nostro interno, rendersene consapevoli che è già in noi tanto da poterla espandere all'esterno. Invece molto spesso l'idea che abbiamo di essa è di avere abbondanza di soldi e vivere liberi e felici. Pensiamoci un attimo: chi è in noi che ci fa desiderare un'abbondanza economica? Non certo la consapevolezza di essere già ricchi interiormente, anzi denota propria una “mancanza” che sentiamo in noi. Pensiamo che avere un bel conto in banca, un buono stipendio o pensione e una casa tutta nostra sia abbondanza; si che lo è, ma se noi dipendiamo da questo non è libertà, ma protezione, se questa proviene dalla paura di vivere non è libertà, perchè la paura comunque rimane, magari di perdere tutto e la paura non è libertà, ma chiusura e questa abbondanza è solo ...
Voglio riprendere ed ampliare maggiormente una mia riflessione già esposta nel mio blog (La scelta totale). Una sera cercavo un pennello di gomma che mi serviva, ne ho quattro con forme diverse, ma con il manico uguale. Nel prenderlo, mi sono venuti su prima gli altri tre e infine quello che cercavo. Subito mi sono detto: "e ti pareva, succede sempre così, quello che cerchi è sempre l'ultimo", poi però mi si è accesa una lampadina che mi ha originato una mia riflessione. Pensando ad Adamus a quando dice che in ogni cosa, un fiore, una goccia d'acqua, un sasso, lì c'è anche tutta la sua storia, non solo, ma tu ci puoi anche sentire tutta la storia di chi lo ha toccato, la mano di un uomo, il vento, la pioggia e via via arrivare poi fino all'origine del mondo, ho collegato i miei pennelli a questo e mi sono detto: " Quel pennello non ha solo quella forma, ma le contiene tutte" e forse mi ha voluto dare questo messaggio e cioè la SCELTA TOTA...
In questa dimensione umana l'uomo è alla ricerca di una sopravvivenza, di limitare i danni e sofferenze del proprio corpo e della propria mente e in questo si costruisce un riparo, un rifugio sia fisico che psicologico ed inizia a vivere con una corazza protettiva. Tutto è protezione per lui. Si protegge dal nemico, dalle intemperie atmosferiche, da tutto e da tutti ed è giusto che sia così, la protezione è istintiva, ma poi, con l'evolversi della sua coscienza queste paure piano piano fanno spazio ad un bisogno di libertà, di vivere e non più sopravvivere. Inizia a comprendere che la ricerca di protezione, di rifugio ti porta come conseguenza una prigionìa, una dipendenza da qualcosa o da qualcuno in ogni settore, lavoro, sentimenti ecc. Fino ad un certo punto questa cosa va bene, la sicurezza di una protezione è una buona scelta, ti senti al sicuro e questo ti fa accettare una certa prigionìa, piccola o grande che sia, ma l'uomo evoluto non l'accetta più, la sua ...
Quando ti alzi al mattino sentiti pulito, come se iniziassi a vivere oggi. La tua coscienza ha raggiunto tale livello grazie alle tue esperienze passate che hanno contribuito a formare la tua coscienza di adesso. Ogni esperienza è una fase del “sentire” necessaria per evolvere. Ogni passo ed esperienza in più che facciamo, ogni consapevolezza in più che acquisiamo però ci fa vedere la precedente come “errata”, incompleta e pensiamo di essere “sbagliati”, ma non è un errore, è un'esperienza del livello di coscienza che avevamo allora e non dobbiamo vergognarcene, perchè senza quell'esperienza non saremmo capaci di proseguire nel nostro cammino. Si vergogna il laureato di essere stato alle elementari? L'adulto di essere stato bambino? Le cose cosiddette cattive che abbiamo fatto sono derivate dalla paura, ma anche la paura è amore, perchè la paura ti vuole proteggere, ti dice stai attento, proteggiti, è un amore agli albori, non ancora ma...
La storia biblica ci dice che gli ebrei non hanno riconosciuto il Cristo che da tempo aspettavano, quello che li avrebbe liberati dai soppressori; hanno ascoltato la loro mente, l'immaginario che avevano del Cristo e non hanno ascoltato le sue parole, il suo essere, col proprio cuore; lo hanno rifiutato. Penso che la storia biblica sia anche una storia individuale in ognuno di noi, ogni fatto esterno è anche un fatto interiore che avviene nel nostro inconscio. E in questo credo che anche noi non riconosciamo il Cristo dentro di noi, quello vero ma che forse non ci piace, non assomiglia all'immaginario che abbiamo di lui nella nostra mente. Alto, biondo, con gli occhi azzurri, che fa miracoli, che è amato e con grande carisma. Eppure Cristo dice che lui è anche nel mendicante, nel bambino e che dovremmo saperlo vedere anche nella creatura più abbietta. Allora vediamo un mendicante, immaginiamo che sia Lui, gli facciamo l'elemosina e pensiamo di ricevere poi il premio in ...
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