CHI E' IL VERO SOGGETTO?

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 Noi ci identifichiamo in un "io" e partiamo dal presupposto che questo "io" sia il soggetto delle nostre azioni e parole, sappiamo anche che questo "io" è illusione, è apparenza, però lo sappiamo solo mentalmente, non ne siamo convinti, quindi continuiamo su questo presupposto, attribuendogli qualità, quantità e valori, credendo che prima o poi si evolverà.
 

"Non esiste un soggetto che "sente"; il soggetto è il "sentire" stesso" (dal libro "Oltre l'illusione" del Cerchio Firenze 77 edizioni Mediterranee).

Mi ricordo le parole dei maestri:"Che non sia lo spettatore che si commuove alla proiezione delle scene commoventi del film, ma che sia la commozione dello spettatore - commozione che proviene dal più profondo del suo "sentire" - a determinare il succedersi sullo schermo delle scene commoventi? Provate a considerare la realtà da questo punto di vista, che è il punto di vista dall'Assoluto al relativo, e non dal relativo all'Assoluto; non dall'uomo a Dio, ma da Dio all'uomo." ("Per un mondo migliore"CF77)

In effetti, se ci pensiamo bene, chi è che si commuove veramente?

Quando vedo una scena che mi fa ridere o mi commuove tanto da piangere, chi è che ride o si commuove?
Io credo di essere io a farlo, ma in realtà mi viene da dentro, non sono io a deciderlo, è qualcosa che sento forte dentro di me, tanto da piangere o ridere. Lo attribuisco alle mie emozioni, come una qualità del mio io, sempre in rilevanza e in funzione della mia presunta soggettività, o meglio della presunta soggettività del mio "io" che credo di essere. Ma se fossi veramente io il soggetto, dovrei anche essere io a decidere se e quando ridere o piangere, invece non mi viene a comando, è qualcosa nel profondo di me a deciderlo.

Nel momento, invece, in cui voglio farlo io, questa mi accorgo è falsata, viene una risata convenzionale come tante volte si fa per far felice qualcuno. E' una risata o lacrime di facciata, non è possibile per l'io decidere una risata o pianto vero. 

Quando è vera viene dal profondo di noi, quando lo vuole l'io è solo di facciata, è falsa, è "apparenza", e di conseguenza ogni sua qualità o valore che io gli attribuisco è apparenza, perchè queste hanno la stessa natura del soggetto "io".  

C'è una Coscienza più alta o più profonda che "è noi", quando riusciremo a togliere quel velo illusorio dell'io, sarà prorompente.

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