ACCETTA L'INFINITO IN TE
Sono la tua anima, ti va
di ascoltarmi?
Sono la tua parte infinita, eterna, per la verità sono te, ma uso il linguaggio umano, per farmi capire meglio.
Noi due siamo uniti e nella tua mente immagini quest'unione come un'estasi, una grande bellezza, gioia e amore che ti fa vibrare, mentre nella tua realtà non è così. Raramente lo senti, invece spesso senti come un vuoto dentro di te, specialmente in quei momenti che non hai nulla da fare, che sei solo, ti senti pervadere da un vuoto e la tua mente cerca subito di interpretarlo con i suoi mezzi e attraverso i sensi.
Cerchi sempre di colmare quei vuoti, lunghi o brevi che siano, non è vero?
Tu cerchi sempre di interpretare questo vuoto incolmabile, questo senso di incompletezza, te lo porti sempre dietro, nel lavoro, ma non solo, si può tradurre nel voler far carriera, nel cercare di essere sempre più in alto senza riuscire mai a sentirsi però completi, soddisfatti, e così in ogni campo, negli hobby, in famiglia, nella vita sociale ecc.
In quel vuoto, in quella materia indifferenziata, tu metti in moto tutte le interpretazioni di cui è capace la tua mente, la tua percezione e crei la tua vita esteriore, il tuo vissuto.
Ecco perchè ti dico di “accettarlo” senza cercare di interpretarlo, perchè è la parte di te che non conosci e accettandola tu permetti che questa parte ancora inconscia di te diventi conscia, se cerchi di interpretarla, ti ritrovereste in quello che già sai, perchè la tua mente la cercherebbe dove già conosce, perciò non ti alzerebbe di livello.
Sono la tua parte infinita, eterna, per la verità sono te, ma uso il linguaggio umano, per farmi capire meglio.
Noi due siamo uniti e nella tua mente immagini quest'unione come un'estasi, una grande bellezza, gioia e amore che ti fa vibrare, mentre nella tua realtà non è così. Raramente lo senti, invece spesso senti come un vuoto dentro di te, specialmente in quei momenti che non hai nulla da fare, che sei solo, ti senti pervadere da un vuoto e la tua mente cerca subito di interpretarlo con i suoi mezzi e attraverso i sensi.
Pensi, ecco, devo fare
qualcosa, senti la necessità di colmare quel vuoto, se persiste
diventa anche un po' opprimente, la tua ansia inizia ad agitarti, si,
devo fare qualcosa, perchè mi sento nullo e la mente inizia a
rimproverarti, beh, che fai? Stai oziando? Non puoi, devi fare
qualcosa, muoviti. Allora inizi magari a stuzzicare del cibo, accendi
la tv, ti metti a fare qualcosa anche se in realtà non ne hai
nemmeno voglia, ma la mente ti tortura e devi accontentarla
altrimenti non la smette.
Quante
volte durante il giorno ti succede? Cerchi sempre di colmare quei vuoti, lunghi o brevi che siano, non è vero?
Beh, ecco, quel vuoto che
senti sono io.
Vedi,
io sono come un cerchio aperto, come un buco, un foro, come lo spazio
vuoto in ogni cosa e quindi lo spazio vuoto anche
dentro di te, l'immensità dentro te, è
questo il senso di infinità nel gergo umano.
Io
sono quel vuoto indefinito che tu non riesci a decifrare, ad
interpretare e spesso ti opprime, ti fa sentire pressante dentro di
te, sono quello spazio vuoto che tu cerchi di colmare, quel vuoto
che ti agita e ti deprime a volte e perciò ti fa cercare energia
ovunque, appunto stuzzicando
del cibo o accendendo la tv o che ti fa comunque muovere, perchè in
quel vuoto ti senti un po' perso, ti senti
mancare la terra sotto i piedi, ed un senso di
vertigine ti assale.
Sei abituato a decifrare,
a catalogare, a capire, a racchiudere ogni cosa o pensiero e perciò
questo ti destabilizza, ti disorienta.
A
volte ti può causare una forte depressione, perchè questo infinito
in te, ti fa sentire come “incompleto”, come “sconosciuto”,
come inarrivabile e nella tua
mente umana tu lo interpreti come “incapacità”, “frustrazione”,
“incompletezza”.Tu cerchi sempre di interpretare questo vuoto incolmabile, questo senso di incompletezza, te lo porti sempre dietro, nel lavoro, ma non solo, si può tradurre nel voler far carriera, nel cercare di essere sempre più in alto senza riuscire mai a sentirsi però completi, soddisfatti, e così in ogni campo, negli hobby, in famiglia, nella vita sociale ecc.
Senti
sempre che ti manca qualcosa nella tua vita, in
te, non è così? E non
parliamo poi della solitudine che ti suscita.
Vorresti avere una vita
piena di impegni, di soddisfazioni proprio per evitare quella paura
di non riuscire a sentirti appagato che ti farebbe precipitare in
quel vuoto pieno di dubbi, paure, frustrazioni, incertezze,
solitudine e accenderebbero i rimproveri della tua mente.
E' questo infinito in te,
questo buco, questo vuoto che ti fa sentire così. Perciò oggi ti
chiedo di “ACCETTARE” l'infinito in te, perchè questo infinito è
parte di te. Sto usando il linguaggio umano per farti capire, perchè
in effetti, non è parte di te, ma sei tu, e nemmeno così è detto
bene.
Non puoi decifrare
l'infinito, altrimenti lo renderesti finito, non puoi comprenderlo,
altrimenti lo renderesti finito, non puoi completarlo, altrimenti lo
renderesti finito.
Capisci cosa voglio dirti?
In effetti è così che tu
crei la tua vita.
La
materia indifferenziata viene percepita dai sensi, dal relativo, dal
limitato e crea la sostanza.In quel vuoto, in quella materia indifferenziata, tu metti in moto tutte le interpretazioni di cui è capace la tua mente, la tua percezione e crei la tua vita esteriore, il tuo vissuto.
Se, però, questo vuoto ti
spaventa, ti opprime, di conseguenza tu lo interpreti come negatività
e inizi a creare paure, dubbi, frustrazioni che si ripercuotono nella
tua vita.
Ecco perchè ti dico di “accettarlo” senza cercare di interpretarlo, perchè è la parte di te che non conosci e accettandola tu permetti che questa parte ancora inconscia di te diventi conscia, se cerchi di interpretarla, ti ritrovereste in quello che già sai, perchè la tua mente la cercherebbe dove già conosce, perciò non ti alzerebbe di livello.
Non avere paura di me.
Usando il linguaggio umano
potrei dirti che è la tua anima che spinge per unirsi a te, che è
il tuo divino che vuole farsi sentire, che vuole il timone della tua
vita, ma sono solo frasi umane.
Si,
nella tua mente questa unione tu la immagini
molto diversa, come un estasi
ed infatti è così, ma prima di tutto questo, tu lo senti invece
come una specie di repulsione, di paura, di incertezza, perchè senti
di sprofondare nell'ignoto, in un vuoto abissale, tanto è grande la
tua infinità.
L'infinito
in te che vuole spazio, ossia la realizzazione del tuo essere eterno.
Ecco
perchè ti chiedo di ACCETTARMI, di accettare l'infinito in te, non
ti chiedo di ascoltarmi, perchè so che se ti dico così, metterei in
moto la tua interpretazione ed inizieresti a decifrarmi, a
racchiudermi in qualcosa, a rendermi finito e
finiresti per ascoltare non me, ma la tua mente.
Accetta
questa tua infinità, tu sei
infinito! Ma anche così è detto male, perchè il “tu” è
definizione e quindi è un controsenso, ma è solo per farti capire.
Quindi,
quando sentirai quel vuoto, non allarmarti, non cadere in
depressione, non iniziare ad interpretare quel senso di incompletezza
,dovuta alla tua infinità, col
sentirti incompleto, come se ti mancasse sempre qualcosa, andando poi
alla ricerca di chissà cosa; non iniziare ad interpretare
quell'ignoto, col pensarti
ignorante; non interpretare quell'indefinito, col
sentirti incapace solo
perchè non ti riesce di decifrarlo.
Accetta l'infinito in te!
Abbi
fiducia nel tuo essere infinito, accendi la luce della fiducia,
anziché interpretarlo come un buio negativo, come
un vuoto incolmabile.
Ti
parlo di infinito, ma più corretto sarebbe dire eterno, perchè
l'idea che tu hai di infinito è quella di un divenire che non
finisce mai, un crescendo continuo senza fine, ma il divenire in
realtà non esiste, esiste l'essere, ma non
voglio addentrarmi in termini troppo filosofici, non è questo il mio
scopo, quello che mi preme dirti ora è di non
avere paura di quello che senti in quei momenti, in quel vuoto c'è
la mia presenza e tu la percepisci, non ti impaurire, sono io, non
cercare di definirmi o di ascoltarmi, solo ACCETTAMI e mi sentirai
nel tuo cuore e trasformerò la tua paura in amore, i tuoi dubbi in
certezze, l'ignoto in consapevolezza, il “tu” in “essere”,
avvolgendoti come in un abbraccio.
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