DALL'ILLUSIONE ALLA REALTA'

E se invece di identificarci noi nell'Assoluto in un tempo e in un divenire illusorio, fosse l'Assoluto a 
identificarsi in noi nel qui e ora?

Noi siamo abituati a vedere la vita dal basso verso l'alto, cioè dall'atomo del sentire fino alla Coscienza 
Cosmica eppoi all'identificazione nell'Assoluto, ma, a mio parere, bisogna guardare dall'alto verso il 
basso, cioè dall'Assoluto. Dio non è frammentato, non è divisibile; seppure contiene il relativo e il 
manifestato, questi non sono distinti e oggettivi, altrimenti renderebbe l'Assoluto frantumato e quindi non più Assoluto. 
Come farebbe allora a sentire tutti i Sentire? La Realtà è la sua natura e il relativo non può avere la sua 
stessa natura, infatti il relativo non è reale, è illusorio, ma proprio questa illusorietà rende "reale" il 
manifestato.
Dall'illusione troviamo la realtà! 
L'illusione non è un bastone tra le ruote che Dio ci mette, non avrebbe senso, l'illusione ha una sua ben 
precisa ragione di essere.
Sembra un paradosso, ma per comprenderlo meglio mi sono immaginato un re che vuole conoscere tutto 
il suo regno e le persone che lo abitano, dal più povero e su su, ma non per conoscere dualmente la 
persona, cioè farsi raccontare la sua storia, ma entrare nel loro vivere. 

Se volesse conoscere la povertà, per esempio, non basterebbe far finta di essere povero, vestirsi di 
stracci e mangiare cibo scadente, perchè saprà che potrà ritornare quando vuole ad essere re. 
Per vivere veramente la povertà dovrà dimenticarsi di essere un re e credere fermamente di essere 
povero. Così sentirà veramente la miseria, le preoccupazioni, le frustrazioni e umiliazioni della povertà. 
In questa sua fasulla credenza rende possibile tale conoscenza; tramite un'illusione rende "reale" un sentire 
che altrimenti non avrebbe potuto sentire. Tutti i sentire sono possibili attraverso l'illusione, attraverso il credere di essere limitati; è questa credenza che rende ciò realizzabile.

<<Così, l'insieme del mondo del sentire è un solo tutto in cui i singoli sentire tali sono perchè "così si 
sentono", ma non perchè "così siano". In altre parole: il sentire relativo, limitato, tale è perchè "tale si 
sente"; perciò il destino, il fine, il tendere del sentire limitato non può che essere quello di manifestare la vera struttura, il vero stato d'essere del mondo del sentire: l'unità dell'Uno inscindibile.>> 
da "Le grandi verità" CF77.

Oppure:
<<Ma come può realizzarsi la limitazione di un "sentire", se non nel sentirsi di essere limitato? E come può sentirsi limitato un "sentire" se non fosse, in qualche modo, subordinato alla sequenzialità ed alla 
separatività? Ossia ad un tempo ed uno spazio posti come oggettivi? Ciò che è oggettivo appare 
soggettivo allorchè è posto oggettivo un soggettivo. E' questo il modo con il quale è realizzata la 
limitazione del "sentire", limitazione che, se fosse reale, smembrerebbe il Tutto in un numero indeterminato di frammenti, ciascuno dei quali fine a se stesso, ammesso che anche così potesse esistere... Perciò il modo con il quale è realizzata la limitazione del "sentire" fa sì che questa limitazione non sia reale.>> 
da "Oltre l'illusione" CF77.

Il relativo esiste solo come illusione, ma è fondamentale al fine di far esistere i Sentire relativi contenuti e fusi nell'Assoluto. 
<<Beato Tu sei, o Signore, giacchè dal susseguirsi di singole esperienze - che dà l'idea del tempo - nasce, impera, esiste la coscienza del "non tempo". Su questo illusorio trascorrere, osservare prima l'uno e poi l'altro, regna il "sentire" tutto nello stesso istante. Così da una parte la percezione della serie numerica, svolta l'un numero dopo l'altro; dall'altra parte è la percezione della serie numerica "sentita", vissuta tutta nel medesimo istante del senza tempo. E perchè ci sia questa percezione del senza tempo, v'è la percezione del tempo.
La perla è nel Loto.>> da "Oltre l'illusione" CF77. 

Guardando dal basso verso l'alto noi ci vediamo proiettati in un divenire illusorio fino all'identificazione in Dio, ma vedendo, invece, dall'alto verso il basso vediamo che è Dio a identificarsi in noi, a identificarsi in ogni essere, infatti, in realtà esiste solo Lui.

<<Certo che se queste vi istradano verso la pazzia, ce n'è un'ultima che addirittura inferisce il colpo di 
grazia: e cioè che tutti noi siamo in definitiva "individualizzazioni" dell'Assoluto ed ogni "Scintilla-
individualità-individuo" è Suo frazionamento, un Suo circoscriversi, limitarsi, esistere in forma relativa. 
L'Assoluto è il Tutto e non si può concepire un Tutto che non sia anche un Tutto relativo, un insieme di 
relativo.>> da "Oltre l'illusione" CF77.

E ancora:
<<Ed ecco un'altra domanda: se, dunque, queste "unità di sentire" costituiscono la vera frantumazione 
dell'Uno nei "molti", può essere che, fra me ed un mio simile, la differenza sia solo costituita da una 
variante del "Sentire Assoluto"? E può darsi che a percepire tutti questi "sentire", sia un unico "sentire"? A voi la risposta.
L'unico ostacolo che abbiamo a comprendere questo concetto, è che noi partiamo dal basso, da noi, individui;
[...]  
Ma, per comprendere meglio questo concetto, dobbiamo pensare a noi individui non come ad una unità, che dal basso sale verso l'alto; ma come a ciò che sta in alto e che vive, sente, ciò che sta in basso, se mi è concesso di usare questi termini.
 
Allora, nel momento in cui questo qualcosa che sta in alto riprende la sua coscienza di CIO' CHE È, ecco che allora, ha coscienza di tutte le teorie dei sentire individuali; e non già come qualcosa che viene improvvisamente, come qualcosa che nasce, che spunta come un fungo, ma come vera e propria esperienza vissuta. Perché, se c'è un sentire immenso che vive, percepisce ogni esperienza individuale - ogni esperienza individuale - questo è il sentire Assoluto. 

E nel momento in cui il sentire individuale si ritrova nel sentire Assoluto, è come se avesse vissuto e percepito ogni altro sentire individuale. Ecco dunque che cosa significa amare il nostro prossimo come noi stessi. Questo. 

Non v'è nessuna differenza, in Realtà, fra noi, voi, io e te; ma ogni cosa è il Lui. È Lui moltiplicato nei molti, che si riassume nel Tutto e nell'Uno. È questo mare immenso di sentire, di coscienza; che compenetra ogni unità elementare dei cosmi e del Tutto stesso, e del Suo stesso Essere. È Lui che Esiste allo stato di Sentire, non solo limitato e chiuso in un sentire individuale, ma anche in un sentire Assoluto fino all'ultimo atomo del Suo stesso Essere. Lui è Sentire per eccellenza >>  
da "Oltre l'illusione" CF77.

 

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