CORONA VIRUS (secondo il mio sentire)
Voglio parlare anch'io
del Corona virus che, al di là di ogni sua interpretazione,
sicuramente farà parte della nostra storia e lo si ricorderà anche
a posteriori.
Ognuno ha un suo proprio
parere, informazione o interpretazione a seconda delle sue proprie
convinzioni personali e così anch'io ho la mia, ma senza alcuna
pretesa.
Io voglio andare oltre
l'origine che l'ha provocato, che sia stato voluto dai poteri forti
oppure sia stato un decorso naturale, voglio andare oltre la scienza
o la biologia o la politica, perchè non mi competono e per quanto
voglia informarmi in questi campi non ne avrò cognizione di causa.
Però credo che per
quanto ci siano alcuni che credono di essere potenti tanto da voler
gestire o possedere il mondo, c'è una forza ben superiore a loro che
veramente governa il tutto e quindi niente avviene per caso.
Forse perchè da sempre,
fin da piccolino avvertivo dentro di me l'importanza di comprendere
il vero senso della vita, di comprendere il senso dell'io e di
separazione che tutti noi abbiamo, al fine di unirci all'anima, detto
con parole umane senza addentrarmi in concetti più avanzati, credo
che questo virus voglia da un lato farci comprendere a dove ci porta
questo nostro senso di separazione insito dentro di noi e cioè,
questo non poterci toccare, non poterci abbracciare, dover respirare
con le mascherine e dall'altro lato farci anche capire quanto invece
siamo tutti uniti e connessi gli uni agli altri tanto che è bastato
un semplice contatto da espandersi in breve tempo in tutto il mondo.
Mi domandavo come mai se
si cerca di far comprendere l'importanza dell'abbraccio, dell'unione,
dell'amore, questo virus invece sembra dividerci? Si, si potrebbe
anche pensare che per apprezzare meglio qualcosa, lo si capisce solo
dopo quando non la si ha più, senz'altro, una volta finito tutto
questo, apprezzeremo queste cose adesso negate, ma per quanto tempo?
Per poco, poi ricomincia tutto come prima se dentro di noi non
comprendiamo questo senso di separazione che abbiamo dentro.
Ho sempre sentito forte
dentro di me l'importanza di trascendere l'io, di quanto sento
importante conoscerlo fino alle radici per comprendere e avere
consapevolezza della vita al di là dell'io. Di quanto ci trascini
nei suoi meandri mentali e di quanto reagiamo ad essi senza invece
comprenderne le vere ragioni od origini. Di quanto soggettivizziamo
la nostra vita, giudicando, paragonando e confrontando costantemente
le situazioni e persone coi nostri parametri. Partiamo dall'io e da
lì giudichiamo la vita, gli altri e costringiamo la vita a vivere in
un imbuto stretto che è la nostra soggettività, ma la vita vuole
farci capire che non c'è un “io” separato, un io e gli altri, un
io e non-io, è questo che dovremmo comprendere meglio dentro di noi.
Finchè questo senso di separazione permane dentro di noi, le cose
non cambieranno.
Non c'è un io che ama,
c'è l'amore; non c'è un io che vive, c'è la vita!
Questo virus ci fa vedere
come sarebbe la vita secondo il nostro senso di separazione, cioè
distanti un metro l'uno con l'altro, non possiamo toccarci o
abbracciarci, non possiamo uscire per non infettare gli altri, di
conseguenza negozi chiusi, bar, ristoranti, punti di ritrovo, non
fare riunioni, assemblee, eventi, feste ecc.
Dio è unione non
separazione!
Non ci sono lotte o
conflitti se non dentro di noi, nel nostro sentirci separati dalla
vita, io stesso a volte mi sento come un clandestino nella mia stessa
vita ed è questo mio senso di separazione che me lo fa sentire
dentro di me e fuori di me.
Comprendo l'importanza di
questo, non mi incolpo di niente, non voglio fare lotte dentro di me,
perchè so che tutto segue una sua logica e funzione. E' naturale
vivere e sentirsi col senso dell'io, non c'è da lottarci o vincerlo,
solo comprenderlo al fine di non lasciarci più influenzare da esso.
E' importante prendere
coscienza dentro di noi, di superare la propria soggettività.
Il virus pone l'accento
su questo nostro senso di separatività che è dentro noi stessi e ce
lo proietta fuori; il mondo esterno è la manifestazione del nostro
interiore, dei nostri propri limiti.
In questo senso di
separazione, in questa illusoria dualità anche la morte sembra farne
parte. L'immortalità è al di là della separazione.
In conclusione, secondo
il mio sentire, questo virus ci dice che siamo tutti connessi e che
basta poco perchè questa connessione si propaghi in tutto il
mondo, ma affinchè questa connessione sia d'amore, di solidarietà e
non nociva, occorre che il senso di separazione insito in ognuno di
noi, sia consapevolizzato e verificato. Non parlo della semplice
morale, del buonismo o altruismo esteriore, non parlo di apparenza,
del semplice comportamento, seppur anche quello importante, parlo di
qualcosa di molto profondo e ben radicato in noi e che dovremmo
saperlo riconoscere e consapevolizzare, senza conflitti né giudizi
che rafforzerebbero ulteriormente quel senso di separazione, parlo di
quella consapevolezza che unisce le energie dentro di noi, che unisce
cuore e mente, maschile e femminile dentro di noi, uomo e anima, che
prende spunto e conoscenza da un mondo apparentemente duale, perchè
appunto creato dal senso di separazione, ma che, prendendo coscienza
del proprio essere, supera la stessa dualità e la stessa morte.
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